Focus On: le mesh nei processi di progettazione e prototipazione

In questo approfondimento il nostro Product Marketing parlerà di mesh e Reverse Engineering raccontando l’esperienza di Acripoli Srl, che produce particolari in plastica termoformata, lucidata al laser, piegata a caldo, a freddo o serigrafata per i più svariati settori.

 

Il modello digitale in formato mesh è entrato a pieno titolo nel ciclo di sviluppo del prodotto e viene sempre più impiegato per tutta una serie di attività che interagiscono con i processi di progettazione, controllo qualità e produzione.

Nei prossimi articoli di questa rubrica illustreremo l’esperienza di Acripoli Srl di Rioveggio (BO), azienda che sviluppa stampi e produce particolari in plastica termoformata, lucidata al laser, piegata a caldo, a freddo o serigrafata per svariati settori, quali automotive, motociclistico, arredamento e medicale.

Il modello gentilmente concesso da Acripoli e preso in esame in questo articolo consiste nella scansione del cupolino di una moto da corsa.

Le mesh vengono restituite dai sistemi di scansione 3D, fornendo l’esatta fotografia digitale 3D di un modello reale. I ridotti costi e tempi di scansione, uniti all’accuratezza dei risultati ottenuti con le nuove tecnologie, hanno sicuramente influito sulla diffusione dei modelli digitali e sulle possibilità di effettivo utilizzo delle mesh nei processi di progettazione.
La rilevazione di un modello può essere effettuata su un prototipo, su una maquette o direttamente sul pezzo reale finito.

Il modello scansionato può presentare delle imprecisioni dovute alla scansione stessa o a dei difetti presenti proprio sul particolare reale scansionato; in alcune situazioni, poi, quest’ultimo può aver subito delle variazioni, non essere simmetrico, ecc.

 

 

Inoltre, c’è da tener presente che un modello in formato mesh, per quanto accurato, rappresenta comunque una discretizzazione, essendo descritto come l’approssimazione in triangoli piani di superfici tipicamente curve.

Attraverso un processo di Reverse engineering è possibile ricostruire superfici e curve di un modello scansionato per ottenere poi un modello matematico preciso e non più approssimato, rappresentato attraverso delle NURBS.
Il vantaggio consiste nel partire da un modello matematico preciso su cui poter effettuare tutte le attività di progettazione necessarie, quali la produzione dell’attrezzatura dello stampo, e nella possibilità di apportare modifiche e variazioni su un modello a questo punto realmente gestibile dal sistema CAD.

In questo caso, il processo di Reverse engineering può anche rappresentare un’occasione per “pulire” eventuali differenze o imprecisioni, e ottenere così un modello di qualità su cui basare, ad esempio, una produzione di serie.

In ThinkDesign Professional, sfruttando l’ambiente multigeometry, l’utente può importare e gestire modelli di tipo mesh unitamente all’ambiente di modellazione avanzata disponibile.

Avere a disposizione nell’ambiente modello la mesh per ricostruire il rispettivo modello in superfici NURBS è sicuramente più agevole e presenta notevoli vantaggi rispetto alla rilevazione manuale delle misure. Dalla mesh si possono estrarre curve di sezione, rilevare punti e valutare ingombri direttamente nell’ambiente di modellazione.

 

Gli utenti di ThinkDesign Professional possono usufruire di un ricco set di strumenti che permettono di lavorare sulle mesh con funzionalità di analisi e controllo, di modifica e correzione, e di eseguire una ricostruzione delle superfici e delle curve per ottenere, attraverso un processo semi-automatico, delle superfici di alta qualità.

Nei prossimi articoli affronteremo in dettaglio alcuni aspetti della ricostruzione delle superfici da un modello mesh.